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"Spesso s’incontra il proprio destino sulla via che s’era presa per evitarlo." Jean de La Fontaine

Un romanzo intenso e delicato allo stesso tempo, dove non mancano momenti di pura bellezza.
Un manoscritto è l’unico testimone di verità scomode che farebbero saltare le certezze di più di una famiglia. Pagina dopo pagina le riflessioni di Gina sulle scelte fatte sempre con la fiducia di poter superare anche l’ostacolo più arduo.
Parole ricche di consapevolezza, di dolori ma anche di gioie, intrise di saggezza, che diventano dono per l’amata nipote Flavinia. Chissà se la perfezione dell’universo ci pone davanti prove che siamo in grado di sopportare o se i dolori sono solo punizioni? Su tutto si erge il potere del destino che, pur giostrandosi tra le varianti del libero arbitrio, ritrova sempre il percorso tracciato.

Il destino nell’antichità era raffigurato con l’immagine della filatura o tessitura,

presente in diverse culture con caratteristiche assai simili. Per i greci, ad esempio, l’immagine della vita si assimilava ad una trama, ad uno svolgimento a cui non era alieno l’intervento degli dèi. Lo stesso Omero cantava “accadrà ciò che la Moira ha tessuto sul filo…”

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